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al testo di Alberto Becca
Dall alto della torre Prendiparte
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Cosa si ammira dall' alto della torre che austera e silenziosa svetta poderosa e al ciel mira diretta mentre alla base la vita scorre? Non si vedon piazze, tetti, non profili di colline che si perdon delicate in Appennino, non le lastricate vie d' un tempo, non chiese, non cortili Invece osservo il muoversi sgraziato di una umanità dolente che ha lasciato alle spalle storia, usanze, tradizioni annullando memorie e convinzioni per gettarsi urlando a capofitto in un presente-futuro buio fitto
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Franca Colozzo
- 29/07/2018 18:55:00
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Mi colpisce di questo tuo sonetto il sentimento del tempo che sembra gemere di dolore e gettarsi, malgrado le nobili vestigia del passato, nel fitto buio dei nostri giorni che anticipano il futuro. Dallalto della torre purtroppo lo scenario è sempre più squallido: cementificazione e devastazione del verde prendono il posto delle belle piazze dun tempo. Questo è lo scotto che luomo sta pagando al progresso, al sovraffollamento degli spazi urbani, alla crescita incontrollata della popolazione, allignoranza dilagante nonostante lavanzamento tecnologico. Luomo che si arrende al destino da lui tracciato e che soggiace allabbrutimento della realtà in cui vive, è destinato a scomparire dalla faccia della Terra, di cui ha fatto un cattivo uso distruggendo il clima e lambiente e facilitando lestinzione di molte specie animali. Speriamo sempre che questo temuto evento non accada, ma ci sono tutte le premesse negative, di cui siamo perfettamente consapevoli. Un caro saluto. Buona serata.
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Marina Pacifici
- 10/07/2018 11:07:00
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Versi aggraziati che si tingono di malinconia soffusa sullo sfondo delle delicate note di colore dellAppennino. Una profonda riflessione in poesia sullimpoverimento culturale, umano e sociale che ci ha colpiti. Da un passato rinascimentale di dotte città culla di arte, poesia, diritto e cultura, ad un presente di centri urbani con ritmi di vita sempre più frenetici e nevrotici dove pochi colgono ancora la bellezza, la poesia, larmonia della natura in cornice.
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Giulia Bellucci
- 03/01/2018 22:48:00
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Un bellissimo sonetto Alberto (in questo periodo ho la passione dei sonetti...). È proprio vero, la strada che lumanità ha intrapreso lascia intravedere solo buio fitto. Speriamo che intervenga qualcosa a scuotere lincoscienza svegliando le coscienze e scusa il giro di parole.
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Ivan Pozzoni
- 31/12/2017 20:13:00
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Bella! :-) Trobadorica!
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Edi Davoli
- 29/11/2017 21:11:00
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Eh sì Alberto, siamo di fronte al progressivo degrado delluomo. Bella analisi poetica di una umanità malata. Piaciuta
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Annalisa Scialpi
- 29/11/2017 17:36:00
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Già... Penso a noi occidentali come a topi nella gabbia di Skinner. Chi ci muove? Il tempo, il Potere? Per il resto viviamo in torri anche nelle capanne dellanima. Colpa dei treni ad alta velocità? Un caro saluto
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